NOME CHIMICO |
FASE E MODALITÀ DI UTILIZZO |
Ossidanti: Perossido
di idrogeno Acido
peracetico |
Disinfettante per l’antisepsi e la disinfezione; Disinfettante per la decontaminazione e detersione, per la
disinfezione di alto livello (sterilizzazione chimica a freddo) dei
dispositivi medico-chirurgici |
Aldeidi: Glutaraldeide Ortoftaldeide |
Disinfettanti per
l’immersione di strumenti medicali |
Alcoli: Alcol
etilico Alcol
propilico Alcol
isopropilico |
Disinfettante per superfici e asepsi
cutanea |
Derivati del Cloro: Ipoclorito
di sodio |
Disinfettante
per la sanificazione di basso livello delle superfici non critiche |
Clorexidina |
Disinfettante per le mucose, per la
pelle e la disinfezione delle superfici; per presidi non monouso e per il
lavaggio chirurgico delle mani |
Fenoli |
Disinfettante
per la decontaminazione degli strumenti medicali |
Sali di Ammonio Quaternari (QAC) |
Disinfettanti per la pulizia ordinaria
degli ambienti, su superfici non critiche come pavimenti, arredi e pareti.
Impiegati anche, come antisettici cutanei |
Cloro |
Disinfettante e
antisettico |
Iodoformio |
Disinfettante e antisettico |
Il perossido di idrogeno, più noto con il nome di acqua ossigenata, è un composto chimico liquido, con funzione disinfettante, ossidante e agente sbiancante.
L’acqua ossigenata, deve essere conservata a temperatura non superiore a 35°C, in recipienti ben chiusi e al riparo dalla luce.
Composti a base di acido peracetico (o acido perossiacetico) in basse concentrazioni (da 0,001% a 0,2%) sono impiegati in ambito odontoiatrico per la decontaminazione con contemporanea detersione - e per la disinfezione di alto livello (utilizzazione chimica freddo) - dei dispositivi medico chirurgici, in quanto presentano un'azione molto rapida contro i diversi microrganismi.
Nella scelta di un prodotto a base di acido peracetico è necessario disporre di una certificazione che attesti la stabilità nel tempo della concentrazione minima efficace di acido peracetico.
Nel nostro settore sono utilizzati i composti binari, che si presentano sotto forma di polveri idrosolubili, di natura perossodica (perborati/pecarbonati) che reagiscono in soluzione acquosa con donatori di gruppi acetilici, generando quantità variabili di acido paracetico. Questi composti sono ottenuti dall’associazione di sodio perborato (perossido) e TAED (Tetra-Acetil-Etilen-Diammina).
La polvere, una volta dispersi in acqua corrente tiepida, genera un equilibrio-chimico fisico che porta ala formazione del principio attivo ad elevato potenziale germicida, l'acido peracetico (PAA), o ossigeno attivo.
La glutaraldeide è una dialdeide satura, che viene utilizzata come sporicida, battericida, virucida e fungicida nella sterilizzazione per immersione di strumenti medicali. In campo odontoiatrico, la glutaraldeide viene utilizzata in soluzione alcalina ad una concentrazione del 2%, nella disinfezione ad alto livello. La sterilizzazione a freddo si raggiunge dopo 10 ore.
La glutaraldeide, se non utilizzata con opportuni accorgimenti, può risultare dannosa per l’organismo in caso di contatto, ingestione accidentale e inalazione.
Qui, di seguito, alcune informazioni, da tenere presenti:
Appartiene, al gruppo delle aldeidi, l’ortoftaldeide e come tale ha la stessa efficacia biocida. Il suo utilizzo, richiede tempo di contatto più brevi e in campo odontoiatrico, viene utilizzata in associazione con altri disinfettanti.
I principali sono l’alcol etilico, l’alcol propilico e l’alcol isopropilico. Le miscele al 70% in peso di alcol sono quelle che svolgono la maggiore attività germicida. Le caratteristiche di rapidità dell’azione e la velocità di evaporazione rendono l’alcol etilico puro adatto come veicolo per la preparazione di soluzioni composte di disinfettanti.
Quindi, è preferibile limitare l’uso degli alcoli (da soli) nella disinfezione per la loro incapacità di inattivare il virus dell’epatite e di penetrare nei residui organici. L’utilità degli alcoli è invece riconosciuta quando usati in associazione, in qualità di solventi, con un’altra molecola ad azione disinfettante, per l’azione sinergica che ottiene.
Associato a clorexidina, iodio e derivati, e composti dell’ammonio quaternario, ne aumenta notevolmente l’attività e la capacità di penetrazione.
L’azione microbicida degli alcoli è espletata al meglio ad una concentrazione compresa tra il 60% ed il 90% in volume.
Composti a base di acido peracetico (o acido perossiacetico) in basse concentrazioni (da 0,001% a 0,2%) sono impiegati in ambito odontoiatrico per la decontaminazione con contemporanea detersione - e per la disinfezione di alto livello (utilizzazione chimica freddo) - dei dispositivi medico chirurgici, in quanto presentano un'azione molto rapida contro i diversi microrganismi.
Nella scelta di un prodotto a base di acido peracetico è necessario disporre di una certificazione che attesti la stabilità nel tempo della concentrazione minima efficace di acido peracetico.
Nel nostro settore sono utilizzati i composti binari, che si presentano sotto forma di polveri idrosolubili, di natura perossodica (perborati/pecarbonati) che reagiscono in soluzione acquosa con donatori di gruppi acetilici, generando quantità variabili di acido paracetico. Questi composti sono ottenuti dall’associazione di sodio perborato (perossido) e TAED (Tetra-Acetil-Etilen-Diammina).
La polvere, una volta dispersa in acqua corrente tiepida, genera un equilibrio-chimico fisico che porta alla formazione del principio attivo ad elevato potenziale germicida, l'acido peracetico (PAA), o ossigeno attivo.
L’ipoclorito di sodio al 5,2%, o più comunemente candeggina, è una soluzione concentrata di sodio di ipoclorito (composto a base di cloro), ottenuta industrialmente mediante processi chimici di base a basso costo, e prodotta non per scopi medicali.
L’impiego dell’ipoclorito di sodio industriale è inteso, ai soli fini di sanificazione di basso livello delle superfici non critiche.
Fin dall’inizio, fu sviluppata come antisettico delle mucose, della pelle e delle ferite. In ambito odontoiatrico, viene utilizzata anche per la disinfezione delle superfici, associata ad alcoli e ammoni quaternari, nei disinfettanti pronti all’uso (come spray).
In odontoiatria, viene utilizzata la clorexidina gluconata, con concentrazioni che variano dallo 0,05% all’1% per la disinfezione.
La clorexidina all’1%, trova ampia diffusione anche come disinfettante di presidi non monouso, mentre al 4%, in soluzione saponosa, è impiegata per il lavaggio chirurgico delle mani.
L’azione prolungata nel tempo, è vantaggiosa nell’antisepsi cutanea.
I composti fenolici vengono utilizzati per la disinfezione dei presidi medici e chirurgici non critici.
Il fenolo è un potente battericida di natura organica, ma di tossicità elevata e scarsa stabilità.
I polifenoli all’1% sono usati per la decontaminazione di materiali inquinato, come lo strumentario. I fenoli, possono essere inattivati da materiale organico; questo fenomeno è avviato aggiungendo alla preparazione delle sostanze detergenti come tensioattivi anionici.
Le soluzioni di fenolo sono sensibili alla durezza dell'acqua, dando luogo a precipitazioni di calcio e magnesio in soluzione acquosa. Bisogna evitare l'uso su materiali porosi, per il rischio di assorbimento. I presidi disinfettati con tale soluzione, devono essere accuratamente risciacquati.
I composti ammonici quaternari, sono inodori, incolori e insapori. Presentano un'ottima azione detergente e vengono utilizzati, A concentrazioni variabili dallo 0,1% all’1%, nella pulizia ordinaria degli ambienti, su superfici non critiche come pavimenti, arredi e pareti. In soluzione acquosa o alcolica, sono invece impiegati come antisettici cutanei.
Come disinfettanti, possiedono diverse proprietà antimicrobiche: effetto denaturante, complessante e precipitante sulle proteine.
A basse concentrazioni, svolgono un’attività batteriostatica, alterando la funzionalità delle membrane; ad altre concentrazioni, hanno un’azione zione battericida, causando la lisi della cellula microbica.
Sono scarsamente attivi su alcuni miceti e su diversi Gram-negativi. Risultano, inoltre inattivi su “pseudomonas aeruginosa” (batterio Gram-negativo).
I composti dell’ammonio quaternario sono rapidamente inattivati dai residui organici, dalle acque dure, dalla cellulosa, dalla gomma e dai tensioattivi anionici. Non sono facilmente degradabili, risultano stabili nel tempo ed è necessario un accurato risciacquo, quando vengono applicati su una superficie per evitare di dare origine a fenomeni di resistenza batterica.
Lo iodoformio è una sostanza antibatterica ottenuta dall’azione dello iodio e dall' acetone e di alcuni alcoli secondari, ovvero sono composti organici, la cui composizione è simile a quella degli alcani. Il suo impiego è molto diffuso come antisettico e disinfettante.
Il cloro elementare ha potere battericida elevato, ma la sua tossicità ne impedisce l'utilizzo come tale; viene invece regolato, in forme di acido ipocloroso, in soluzioni la cui attività microbica è in rapporto al titolo in “cloro attivo” definito come la quantità di cloro molecolare che si può ottenere da una data quantità di acido ipocloroso.
I derivati del cloro hanno un’attività battericida di livello elevato.
I disinfettanti ed antisettici a base di cloro sono presenti sotto differenti formulazioni chimiche (sodio ipoclorito, cloro elettronico, ecc).
Di norma l'attività di questi prodotti viene riferita alle “parti per milione” (ppm) oppure alla “percentuale di cloro attivo”, dove l’1% di cloro attivo equivale a 10.000 ppm di cloro. L'attività ed il livello disinfezione del prodotto, variano in base alla ppm 0% di cloro attivo.
I disinfettanti di livello alto, sono attivi su tutto lo spettro microbico, con eccezione delle spore presenti in carica elevata. I più utilizzati sono:
I disinfettanti di alto livello, non devono assolutamente sostituire il processo di sterilizzazione, che è la procedura da porre in atto su tutto il materiale riutilizzabile, che viene a contatto con tessuti e mucose.
L’uso esclusivo della disinfezione di alto livello dovrebbe essere, quindi riservato a rari casi di emergenza in cui non è possibile la stilizzazione.
I disinfettanti di livello intermedio sono attivi su tutti i microrganismi tranne le spore. È necessario verificare le proprietà antimicrobiche di ogni si disinfettante, perché non è sempre sono sovrapponibili. Si consiglia, la certificazione dell'attività del prodotto sul bacillo tubercolare, su funghi e su virus non lipofili. I più utilizzati sono:
In ambito odontoiatrico, si utilizzano i disinfettati di livello intermedio per la disinfezione delle impronte e delle protesi, provate in bocca pazienti, per la disinfezione riunito, delle apparecchiature non autoclavabili e dei piani di lavoro.
I disinfettanti di livello basso, eliminano solo le forme vegetative dei batteri, alcuni funghi e virus lipofili. Per essere utilizzati nelle strutture sanitarie, devono essere certificati come attivi almeno nei confronti di batteri vegetativi e virus lipofili. In assenza, di tale certificazione, se ne sconsiglia l'impiego. I più utilizzati sono:
In ambito odontoiatrico, la disinfezione di basso livello, può essere limitata agli arredi dello studio ed ai pavimenti.
Cara collega, se le mie indicazioni ti sono state utili…
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Un saluto, l’ASO Vale